Sono passati diversi anni da quando gli Autobots, con l'aiuto di Sam Witwicky e gli uomini della NEST, hanno inflitto una sonora sconfitta ai malvagi Decepticon, eliminando una volta per tutte The Fallen e ferendo seriamente Megatron. Nuovi rinforzi sono giunti dallo spazio e Optimus Prime oramai può permettersi di aiutare i governi terrestri in questioni non attinenti la minaccia aliena che già in un paio di occasioni ha insidiato il nostro pianeta.
Sam ha terminato gli studi ed è alla ricerca, senza nessun risultato, del fatidico primo impiego... e nel lato nascosto della Luna giace una nave fuggita da Cybertron cinquant'anni prima e che dovrebbe custodire un preziosissimo carico.
Transformers 3 è quanto di più vicino ci sia ai cartoni animati di metà anni '80.
Non per fedeltà alla trama originale, nè per la cura nel rappresentare i robotici protagonisti, ma semplicemente perchè è stato sviluppato quasi fosse una (lunghissima) puntata della serie animata. La storia è sostanzialmente slegata dagli accadimenti delle prime due pellicole, e in alcuni punti cozza non poco con la logica delle azioni compiute in queste ultime.
Senza svelare la trama non è possibile dire di più, ma tanto basti per capire che Dark of the Moon deve essere considerato l'episodio conclusivo di una trilogia partita decisamente bene e impantanatasi senza appello nel secondo episodio.
Il cast, che oltre ai soliti Shia LeBeouf e John Turturro comprende anche John Malkovich, Patrick Dempsey e Rosie Huntington-Whiteley (che sostituisce Megan Fox), si trova all'unisono a doversi calare nella parte di personaggi ultra stereotipati e a tratti incredibimente caricaturali. Se ciò il più delle volte si traduce in momenti tragicomici che divertono il pubblico, in altri fa arrivare a rasentare il ridicolo.
La Huntington ricopre lo stesso ruolo della Fox, con il medesimo set di espressioni: labbra a canotto con rossetto, labbra a canotto con rossetto durante fuga, labbra a canotto in vestito attillato. Epiche due sue scene: quella in cui rimane in piedi come una statua di sale con uno sguardo vacuo perso nel vuoto (stava ricevendo l'illuminazione) in mezzo a esplosioni, palazzi che crollano al rallentatore e alieni che si maciullano e quella portentosa in cui, dopo aver corso per quasi un'ora a manina con LeBeouf attraverso macerie, rottami, crolli, vetrate frantumate e proiettili di ogni genere, si nota che lui è completamente lurido, mentre lei è perfettamente linda, con tanto di trucco e rossetto.
I nuovi personaggi meccanici sono svariati, anche se la quasi totalità si limita a comparsate che non ne lasciano nemmeno intuire il ruolo all'interno delle vicende. Shockwave ad esempio dovrebbe essere il dominatore di Cybertron e si limita a gironzolare per Chicago in compagnia di un vermiforme compagno di stragi. Alquanto criticabile la scelta di fornire ad alcuni di questi caratteristiche somatiche pseudoumane (ad es. capelli e monocolo per l'Autobots inventore e panza pronunciata per il meccanico).
Visivamente parlando, causa il 3D, Michael Bay ha dovuto limitare lo stile parkinsoniano che contraddistingue le scene d'azione di tutti i suoi film: finalmente queste sono "visibili" dallo spettatore, che non deve ridursi a intuire ciò che dovrebbe essere accaduto. I robottoni risultano così sempre distinguibili, anche grazie alla scelta di rappresentare gli Autobots con carrozzerie dai colori sgargianti e i Decepticon con livree cromate o nere. Anche qui ai giganti di metallo viene data la possibilità di mutare a piacere la forma di camuffamento, il più delle volte in maniera non coerente con la serie animata, col risultato di confondere alquanto lo spettatore, che si trova a scoprire che Megatron si tramuta in una malconcia motrice, Soundwave/Memor in una Mercedes sportiva e che LaserBeak/Gufo oltre a essere un uccellaccio meccanico, una fotocopiatrice e un impianto stereo, possiede anche una forma antropomorfa.
Sostanzialmente Transformers 3 è un discreto film d'azione, molto leggero e con qualche riuscito colpo di scena, nel quale la sensazione d'indistruttibilità dei "buoni" non esiste ma che deborda di controsensi (Autobots che durante la battaglia finale si arrendono ai nemici, mostri metallici uccisi dai cecchini) e accadimenti non troppo chiari (Megatron si rifiuta di farsi riparare? e in Africa fa sostanzialmente l'allevatore?)
La frase: "Optimus, di me ti puoi fidare, sono tuo amico. Qual è il piano?"
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