sabato 28 marzo 2015

Kickboxers: Vendetta personale

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No retreat, no surrender è un film del 1986, distribuito in alcuni paesi come Karate tiger e in Italia col poco azzeccato Kickboxers – Vendetta personale ma, d'altra parte, come vuoi chiamarla una pellicola che parla di un ragazzo cintura rossa di karate, il cui padre insegna Karate e viene azzoppato da un russo malavitoso che pratica il Karate? Forza su, mettici anche che pure il fratello della sua ragazza abbia una palestra in cui si insegna il Karate, e che sia campione degli Stati Uniti di.... Karate? Ma ovvio no? Ci mettiamo il nome di una disciplina marziale che proprio nel film non viene neanche nominata.... la Kickboxing.

Io me li vedo i responsabili della distribuzione italiana, dopo aver terminato di guardarlo a velocità doppia: "Come si chiamano i figuri che si mettono quei cosi sui piedi e sulle mani e si prendono a calci e pugni sopra un ring? Come dici? Chicbocser? Con la kappa e la esse? Il film lo chiamiamo così allora, altro che karate... lo sanno anche i sassi che quelli si picchiano in pigiama!".


La trama: Jason Stillwell (Kurt McKinney) è un ragazzo che passa le serate praticando Karate nella palestra del padre (Timothy D. Baker), ma a cui piacerebbe apprendere il Jeet Kune Do di Bruce Lee, artista marziale di cui è un grande ammiratore. Una notte, all'orario di chiusura, si presenta alla porta del dojo un malavitoso accompagnato da due singolari guardie del corpo: un barbuto karateka e un impomatato in completo bianco e cravatta rossa.
Si viene così a sapere che al Signor Stillwell era stata fatta un'offerta che non poteva rifiutare: entrare a far parte dell'organizzazione criminale perchè... beh, la malavita stava "...reclutando tutti i più bravi karateki!". Per farsene cosa non è dato saperlo, ma l'onesto padre di Jason rifiuta, quindi segue breve incontro a suon di pugni e calci che finisce con la rottura del ginocchio di questi ad opera di Ivan Krushensky (Jean Claude Van Damme), rinomato picchiatore russo.
In questa occasione il protagonista cerca di intervenire e le busca (ripetutamente) per la prima volta.


Pur di non cedere alle pretese della mafia e per non rischiare di mettere in pericolo la propria famiglia Stillwell senior chiude la palestra e si trasferisce a Seattle, dove inizia a lavorare come barista. A Jason vivere nella nuova città non dispiace poi molto, anche perchè è il luogo dove abita la sua ragazza Kelly Reilly (Kathie Sileno) conosciuta, non si sa come, l'estate precedente.
Ovvio che il nostro eroe, in anni in cui cellulari, internet, videochiamate, chat ed e-mail non esistevano, appena arrivato in città anziché correre ad abbracciare l'amata, preferisca allestire il suo garage per gli allenamenti di Jeet Kune Do, fare amicizia con un vicino coetaneo amante del ballo (R.J. Madison) e inimicarsene un altro, uno sfaticato dagli evidenti problemi alimentari (Kent Lipham).
Tale simpatico elemento è iscritto nella palestra di arti marziali di proprietà del fratello di Kelly e quando Jason prova a iscriversi per continuare gli allenamenti di Karate farà in modo d'inimicargli l'insegnate italo-americano un po' bullo, un po' tonto e che – guardacaso – fa pure lui il filo alla sorella del suo datore di lavoro (campione di Karate degli USA).


Segue nuovo pestaggio ai danni del protagonista, che se le prenderà pure al compleanno di Kelly.
Scappato di casa dopo l'ennesimo rimprovero del padre Jason verrà allenato nientemeno che dallo spettro di Bruce Lee...
Nel mentre i malavitosi californiani arrivano a Seattle e vanno dritti dritti nella palestra Reilly ma, scacciati dal titolare, anzichè spezzargli una gamba come sarebbe lecito aspettarsi da protocollo, lo costringono a organizzare un torneo di Karate tra tre altleti locali e tre mafiosi: chi vince si terrà la palestra (ma ciò che interessava non erano i "karateki"?).



No retreat, no surrender costituisce l'esordio alla regia di una pellicola occidentale per Corey Yuen, attivo in oriente già dagli anni '70 e amico di Jackie Chan e Sammo Hung. Corey è anche co-autore (e quindi corresponsabile) della sceneggiatura di questo film, che all'epoca fu stroncato senza appello dalla critica che lo definì "...ridicolmente brutto... pesantemente 'ispirato' a Last Dragon, Karate Kid e Rocky IV, riesce a fare sembrare questi film dei capolavori.".
Di fatto è caratterizzato da un livello di recitazione generale semplicemente imbarazzante, costellato da ingenuità che non sarebbe lecito aspettarsi neanche da una compagnia di teatranti dilettanti e con personaggi senza alcuno spessore, che rispecchiano al 100% i clichè raccattabili da un qualsiasi b-movie dei primi anni ottanta.
Assistere a scene in cui due atleti, facendo l'inchino da una distanza troppo ravvicinata, evitano per un soffio di darsi una capocciata leggendaria non può non rallegrare la giornata dello spettatore...


E non parliamo della sequenza di allenamento degli addominali nella quale Jason – col rischio di spezzarsi l'osso del collo – solleva ripetutamente l'amico R.J., che ascolta musica e si sbrodola mangiando un gelato mentre sta seduto sul suo... sul suo... bacino. Da rimanere a bocca aperta.


Per finire aggiungiamo pure che Tai Chung Kim nel 1986 non assomigliava (più) a Bruce Lee, e che non lo avrebbe scambiato per il fondatore del Jeet Kune Do neppure un ipovedente in trip da acido. Ma analizziamo la scena: Jason è assopito, luce accecante, gli si piazza davanti un asiatico in abito tradizionalie cinese... lui lo scruta da meno di un metro di distanza e gli chiede "Chi sei?" poi guarda un poster che ritrae Bruce Lee (totalmente diverso da chi gli sta di fronte), sorride e dice "Sensei Lee?". Se questo non bastasse il defunto Bruce viene interpretato in maniera da farlo sembrare un po' spocchioso e, di certo, per niente simpatico, soprattutto in quanto sembra compiacersi degli errori che commette il suo allievo, e che non vengono ripagati a suon di caramelle.


Se avete meno di quattordici anni e vivete negli anni '80 potreste trovare il film piacevole e divertente, ma se mancate anche solo di una di queste caratteristiche è meglio che lasciate perdere e vi guardiate qualcos'altro.
Corey Yuen ha diretto nel 2002 il buon Transporter, ecco, guardatevi quello.

Colonna sonora... bello l'unico brano originale realizzato da Paul Gilreath per la pellicola, in pieno stile anni '80.


Alcuni errori:
  • inizio film, uno degli allievi del padre di Jason non si ricorda la sequenza delle mosse da eseguire durante l'allenamento e guarda gli altri; 
  • la bandiera americana nel dojo Stillwell è appesa al contrario, e non è stato fatto di proposito, per farla vedere nel verso corretto nelle pareti ricoperte di specchi tipiche delle palestre, in quanto queste proprio non ci sono;
  • la lezione di Karate è finita e gli allievi si avviano verso gli spogliatoi... i tre malavitosi dall'esterno dell'edificio scrutano l'interno del dojo e sulle vetrate si vede il riflesso degli allievi, perfettamente schierati, che si stanno ancora allenando;
  • al padre di Jason viene rotto un ginocchio, viene portato in ospedale e i medici gli ingessano il tallone;
  • la famiglia Stillwell entra nella città di Seattle in autunno e imbocca il vialetto di casa in estate.




Curiosità:
  • se vi chiedete come mai Van Damme abbia quel bernoccolo sulla fronte che si vede in tutti i suoi film... se lo è fatto da bambino, quando è caduto in una piscina vuota picchiando violentemente la testa;
  • No retreat, no surrender è il primo film in cui Van Damme compare come attore non protagonista, e non come semplice comparsa (di fatto la tigre del Karate sarebbe lui e non Kurt McKinney);
  • Tai Chung Kim è stato controfigura e sostituto di Bruce Lee nel film Game of Death;
  • Nel 1993 la rivista Black Belt ha piazzato No retreat, no surrender al settimo posto della classifica dei meglio coreografati film di arti marziali, e questo solo grazie alle performances di Van Damme;
  • Van Damme ha praticato in maniera agonistica il Karate dal 1977 al 1982, ritirandosi con all'attivo 18 vittorie per knockout e 1 sconfitta;
  • Kurt McKinney ha praticato Taekwondo e Kickboxing.




Le frasi:
  • Il karate non dovrebbe essere usato in maniera aggressiva... tuttavia, se non mi lasciate altra scelta...
  • Non si può rispondere alla violenza con la violenza.
  • Se cominci a pensare che sia impossibile, non ce la farai... ma se proietti la scena... qui, nella tua testa, tutto diverrà facile, e niente ti potrà fermare.
  • Mai ritirarsi, mai arrendersi!



Giudizio globale:
giudizio: da evitare
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1 commenti:

  1. Ahah stupendo..
    Bella disamina..
    Jean e' forte..
    Se avessi il dvd originale mi metterei a remixarlo e dargli un poco di senso.
    Ti avverto e magari lo recensisciiiii
    Ciao e grazie ancora!

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