giovedì 20 agosto 2015

Il ragazzo dal kimono d'oro

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Il ragazzo dal kimono d'oro (conosciuto anche come Karate warrior) è un film del 1987 sceneggiato, prodotto e diretto da Fabrizio De Angelis, che ha però preferito comparire con lo pseudonimo di Larry Ludman.

Anthony Scott (Kim Rossi Stuart) è un teenager statunistense che raggiunge nelle Filippine il padre (Jared Martin), un giornalista oramai in disgrazia. Il sedicenne atterra in una Manila in cui tutti i cattivi conoscono il Karate e i cui abitanti – tutti, dal bambino delle elementari alla venditrice ottuagenaria – conoscono l'inglese e lo parlano comunemente anche tra di loro, senza però coniugare i verbi.


In men che non si dica Anthony riesce a farsi rapinare e pestare a sangue, ad abbordare una ragazza e fare con lei un giro in moto e in barca di mezza giornata, pestare i piedi a Quino (Enrico Torralba), il piccolo malavitoso locale campione di Karate (a suo tempo allenato dal più famoso maestro di arti marziali di tutto l'oriente), umiliarlo pubblicamente e farsi quasi ammazzare.



Sarà curato proprio dal famoso maestro Kimura (Ken Watanabe) che, convinto che siano stati gli dei a farli incontrare, in due giorni lo guarirà, gli insegnerà il Karate, a usare i nunchaku (che non serve a nulla ma fa molto fico), a combattere con gli occhi bendati, ascoltare le voci che gli altri non sentono e a stendere i tori che vagano per la foresta con il pugno del drago. Tutto questo per sconfiggere Quino e redimersi dal peccato di aver insegnato a soggetti che hanno sfruttato il suo sapere per fare del male.
Tragico il fatto che quasi ogni frase sparata dal barbuto maestro, e che dovrebbe essere una perla di saggezza, si riveli in realtà una perla di Guttalax.


Del film, qualsiasi cosa volesse essere, c'è poco da dire, rasenta il ridicolo sotto vari aspetti e non può non scatenare l'ilarità dello spettatore che abbia anche solo una parte delle connessioni sinaptiche funzionanti, qualunque sia la sua età. Tutto sembra improvvisato, irreale, irrazionale, e di sicuro è stato realizzato senza nemmeno contattare qualcuno che avesse anche una sola vaga idea di cosa fosse il Karate o qualsiasi altra arte marziale. Se in Kickboxers: vendetta personale si potevano trovare almeno alcune apprezzabili scene di combattimento, qui si ha null'altro che la continua esecuzione di mosse che porterebbero chi le compie alla frattura delle dita, a conteggi finiti al due, a quattro (?) arbitri che non fanno altro che essere perennemente in disaccordo anche sul più chiaro dei knockout e a incontri che possono avvenire solo tra combattenti con kimono di colore diverso (bianco o nero)... in base a quale principio, criterio o logica non è dato saperlo. Si premiano poi i semifinalisti, e nel caso di vittoria del campione in carica qualsiasi pinco pallino presente nel pubblico può provare a batterlo, senza iscrizione, eliminatorie e altre quisquillie del genere.


E vogliamo parlare delle sequenze di allenamento? Mica Kimura ha 50 chili di cera da stendere sulla sua collezione d'auto d'epoca (vive nella foresta) nè due quintali di vernice da dare alla sua capanna... quindi il metodo migliore per imparare il Karate è correre bendati tra gli alberi con un bastone in mano, colpire un cocomero con le dita delle mani immobilizzate da pezzetti di bambù, meditare al tramonto e pescare con una lancia (una volta sola può bastare), poi tutto il resto viene naturale... ma per favore!


Fotografia: colori realistici e abbastanza brillanti. Molte scene sono girate con la camera a mano, con un tremolìo piuttosto disturbante, mentre altre risultano di durata insopportabile. Le inquadrature in più di qualche occasione sono rovinate in modo grossolano da oggetti che si frappongono tra la camera e gli attori (corde del ring e trofei, per esempio), da comparse che guardano verso l'obiettivo o fissano senza motivo i protagonisti e dal fatto che talvolta, nelle scene d'azione, i soggetti siano fuori campo. Gli unici due effetti speciali (pugno del drago e nebbia rosa) sono stati realizzati in maniera approssimativa, anche per un film di serie B degli anni '80: è palese anche un marcato disallineamento degli stessi con i soggetti impressi sulla pellicola.

Colonna sonora... un paio di musichine simil orientaleggianti ripetute sino allo sfinimento.


Alcuni errori:

  • il cartellone del torneo eliminatorio riporta i nomi di 10 atleti: sul ring ne salgono 8;
  • al torneo di Karate partecipano anche un pugile e un praticante di Kung Fu (in kimono però);
  • Anthony e suo padre risistemano una vecchia moto rossa, il mattino seguente Anthony esce dal garage con una moto diversa, quasi nuova per giunta;
  • davanti al negozio dei genitori di Maria ci sono Quino e i suoi tirapiedi... arrivati con la moto sistemata da Anthony e suo padre la sera prima;
  • Anthony pretende che il combattimento con Quino segua le "regole olimpiche", peccato che il Karate non fosse, e non è attualmente, una disciplina olimpica;
  • due candele all'interno della capanna di Kimura fanno molta, molta più luce del falò acceso all'esterno;
  • Anthony arriva al negozio di Maria con una moto con i copriammortizzatori gialli... scapperà dalla gang di Quino con una moto con i copriammortizzatori rossi;
  • quando inizia l'inseguimento in moto Quino si infila delle ciabatte nere, sul finire della corsa indosserà degli stivaletti;
  • il ridicolo tatuaggio di Quino, fatto con i pennarelli, si cancella a contatto con l'acqua;
  • durante gli allenamenti il maestro Kimura farnetica di una pantera e davanti ad Anthony si presenta un ghepardo; 
  • in due giorni tutte le cicatrici di Anthony guariscono miracolosamente;
  • prima dello scontro finale Anthony si cambia davanti al pubblico, pantaloni compresi (si vede chiaramente che si trovavano nella scatola di legno assieme al kimono d'oro);
  • il grande striscione del torneo riporta "Final bouts in honor of Maestro Kimura";
  • uno dei giudici alza sempre la bandiera del colore sbagliato;
  • durante lo scontro finale Maria scoppia a piangere, nell'inquadratura seguente però i lacrimoni li ha suo fratello.



Curiosità:

  • Il ragazzo dal kimono d'oro è il primo film nel quale Kim Rossi Stuart recita come protagonista;
  • La pellicola ha avuto cinque seguiti. Kim Rossi Stuart ha recitato solo nei primi due film;
  • Kim Rossi Stuart pratica il Taekwondo.

Le frasi:

  • Morte vuole essere rispettata, non sfidata.
  • Quino cercherà di uccidere te. Sarà più rapido di freccia, più insidioso di tuo orgoglio.
  • Kimura ha insegnato te capire voci di animali, voci di piante, di fiume, voci di chi è nato e di chi non è nato mai. Kimura ha insegnato te vedere con occhi di mente colpi di nemico, ed anche a vedere nemico con occhi di cieco. Kimura ti ha iniziato a tutti i segreti, ma coraggio di tigre puoi trovarlo solo dentro te... ma soprattutto ha insegnato te essere uomo!


Giudizio globale:
giudizio: da evitare
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